Le donne iniziano a sentire il peso del cambiamento del loro corpo quando si arriva intorno ai cinquant’anni . Infatti in questo periodo della vita, a causa del cambiamento ormonale causato dalla menopausa, il ciclo fisiologico del proprio corpo inizia a cambiare. Ci si sente stanche ed affaticate, i dolori articolari non mancano e in alcuni casi, addirittura, può sopraggiungere la perdita di capelli in seguito ad un forte indebolimento del fusto capillare causato dagli scompensi ormonali.
Ovviamente quest’ultima non è l’unica causa, l’alopecia femminile può infatti dipendere da fattori ereditari, ambientali, sindrome dell’ovaio policistico, insufficienza di vitamina B, ferro, magnesio, zinco, diete poco bilanciate, e altri fattori.
La cura dell’alopecia femminile fortunatamente c’è, è infatti possibile assumere farmaci e integratori che favoriscono l’innalzamento del livello degli ormoni femminili e di conseguenza sollecitano la crescita di nuovi capelli. La finasteride e i fitosteroli rientrano nei farmaci da poter assumere per risolvere quest’annosa patologia, questi spronano la 5- alfa reduttasi di tipo 1 che impedisce la produzione di DHT, cioè dell’ormone androgeno che determina la riduzione del bulbo capillare.
In alcuni casi in cui lo stadio dell’alopecia è più avanzato, farmaci ed integratori non bastano; in questi casi la miglior cura da adottare può essere la stimolazione delle cellule staminali e della matrice extracellulare, presenti all’interno dei bulbi capillari. Ciò è permesso grazie all’ausilio di progrediti test biologici essenziali per creare ex novo una cura personalizzata per ogni paziente, valutando lo stadio della patologia e le sue cause. Questa cura aiuterà a stimolare le cellule genitrici dei follicoli capillari.
In ultima analisi l’alopecia può essere curata attraverso l’autotrapianto, l’ultima soluzione da adottare che consiste in una vera e propria operazione chirurgica che consiste nell’asportazione di una striscia di pelle che contiene dei bulbi capillari attivi e che viene spostata nella zona calva della testa. La prima zona viene della donatrice, mentre la seconda è la zona ricevente. Grazie all’evoluzione continua della medicina le tecniche di autotrapianto sono andate evolvendosi nel tempo, dando l’opportunità ai medici di essere più precisi e minuziosi, evitando così anche la perdita di alcuni bulbi capillari, che durante l’operazione, andavano inevitabilmente persi.